A.A.A. Sant’Agata affittasi
Quattro parole bastano perché desideriamo essere diretti, evitando di riempire di paroloni e di norme giuridiche i già disorientati lettori. Basta dire questo: chiunque voglia “accaparrarsi” il Centro Sportivo Sant’Agata, deve sborsare 364mila euro entro i tre mesi dall’aggiudicazione del bando e poi, dal 2021, sarà costretto a versare un canone di 105mila euro annue alla Città Metropolitana.
Una cifra spropositata e gonfiata a dismisura, direte voi, roba da farsi accapponare la pelle. Anche e soprattutto dal fatto che la defunta Reggina Calcio, pagava un “affitto” di gran lunga inferiore, ossia soltanto 23mila euro annue. Va da sé che fu Lillo Foti a costruire quel complesso sportivo, fiore all’occhiello per l’intera città. Sembra quindi logico che il canone dovesse essere largamente “rimpicciolito” rispetto al valore di mercato. Una volta fallita quella società e cancellata la matricola presso la F.I.G.C., quel “popò di meraviglia” e passata sotto la giurisdizione demaniale, urge la necessità di emettere un regolare bando di concessione che permetta alla Curatela Fallimentare ed alla Città Metropolitana di fare “cassa”.
“Tanto vale farlo ex novo: costerebbe di meno”. Proprio questo bisbigliamo all’orecchio di Mimmo Praticò, già in contenzioso con la Curatela Fallimentare per il mancato pagamento di oltre 80 mila euro sulle mensilità di utilizzo del Centro Sportivo Sant’Agata in questa stagione. A meno che non arrivi qualcuno con i rubli veri rispetto ai dollari o rispetto alle sterline per farne un polo satellite di un grande club inglobando in questo contesto anche la Reggina. Anche perché tra poco il mare in cui dovrà navigare la nave amaranto sarà burrascoso per la questione “Granillo”. Hai visto mai?