Così è se vi pare, ma se son rose d’oltralpe fioriranno…
Mimmo Praticò lo conosco da quando avevo i pantaloncini corti. L’ho scritto chissà quante altre volte. Così come ho scritto chissà quante altre volte che Demetrio, detto Mimmo, è un uomo integerrimo e pregnato di quei principi sani che tutti – nessuno escluso – deve riconoscergli pena la dissacrazione se non addirittura l’irrisione. Questa mattina ho letto di tutto – ma proprio di tutto – sul suo conto come se Mimmo Praticò, tutto d’un botto, fosse diventato un mistificatore, un ciarlatano, un arruffone, un imbroglione dimenticando troppo in fretta che Demetrio, detto Mimmo, è stato l’unico in grado di riportare nel calcio che conta quella Reggina abbandonata alla deriva da chi non è stato capace di assicurarle un porto sicuro dopo aver solcato i tranquilli e pacifici mari della Serie A e della Serie B.
Quella lettera indirizzata ai ”tifosi amaranto” dal ”numero uno amaranto” ha un significato profondo, unico, dalla verità inconfutabile, irrefutabile, e, se vogliamo, ineccepibile. Una lettera scritta con impeto e altissimo amore verso la sua ”creatura” e verso i veri destinatari. Ma chi sarebbero i ”veri destinatari”? Non certamente noi giornalisti. Noi abbiamo ”l’accredito”, il ‘‘rimborso spese”, un contratto nazionale che ci tutela e ci permette a vario titolo – e scrivendo chissà quali baggianate – di ”sbarcare il lunario”. I veri destinatari sono quindi coloro che seguono veramente la Reggina, perché ce l’hanno nel sangue, coloro che partono da ”ogni dove” per seguire la beneamata, coloro che piangono, coloro che esultano, coloro che si intossicano il fegato e coloro che spendono dei soldoni veri e che in tal senso si sobbarcano sacrifici immani per stare accanto ai colori amaranto. In una parola: i tifosi; quei diciassette impavidi presenti a Bisceglie, quei due sugli scaloni di Matera, quei quindici di Siracusa e via dicendo. La lettera, naturalmente, è indirizzata anche a quei tifosi che al Granillo non mettono piede da illo tempore perché ”non c’è gustu in serie C…” come se tra il 1965 ed il 2015 non ci sono stati tanti, tantissimi – forse troppi – anni di serie C1e – addirittura – di C2. Certo, fa male vedere una nobile decaduta come Sua Maestà la Reggina ai margini della classifica ed alle prese – costanti – di campionati mediocri in cui l’obiettivo massimo è la salvezza. Ma va bene così e metterei la firma per avere altri mille campionati mediocri (ma a testa alta) se come contropartita ci fosse qualcuno intenzionato a venire a Reggio Calabria per speculare sulla nostra beneamata. Non l’accetto e non lo accetterò mai. E fa bene Demetrio Praticò – detto Mimmo – a dire ”no grazie” alle estemporanee richieste di alcuni ”sedicenti acquirenti” (magari) senza una lira in tasca oppure ad avventurieri e sgavezzacollo di passaggio che fanno finta d’impegnarsi senza poter mantenere una sola virgola di quanto promesso. Ci ridurremmo – né più né meno – come ai tifosi dell’U.S. Latina Calcio che hanno creduto ad imbroglioni senza scrupoli per poi barcamenarsi in quarta serie senza programmi, senza obiettivi e senza uno straccio di progetto futuro. La Reggina – lo ricordo a coloro che l’hanno conosciuta perché giganteggiava con Roma, Lazio, Juve, Torino, Milan e Inter e via dicendo – è in verità una cosa seria, è la nostra identità, il nostro orgoglio, la nostra vita soprattutto per gli emigrati di seconda, terza, quarta ed ennesima generazione. ”A Rreggina è com’a mamma”. Queste parole le ho sentite proferire da mio nonno e dopo di lui le ha dette mio padre. Ora tocca a me con i miei figli. Onde per cui (non è elegante ma jeu u scrivu u stessu): Signori, ”è così se vi pare”. E poi, se son rose (anche d’oltralpe) fioriranno. Statene sicuri.
E proprio questa mattina, Giuseppe Falcomatà, Sindaco della Città di Reggio Calabria, ha incontrato a Palazzo Corrado Alvaro, i rappresentanti del gruppo imprenditoriale che ha manifestato la volontà di presentare un’offerta per l’acquisizione delle quote societarie della Urbs Reggina 1914.
Nel corso dell’incontro, proficuo e cordiale – si legge in una nota – il sindaco ha avuto modo di apprezzare la concretezza della proposta in corso di definizione, manifestando la disponibilità degli Enti territoriali, Comune e Città Metropolitana, a favorire e supportare ogni sana iniziativa imprenditoriale privata che rappresenti la volontà di investire sul territorio reggino, determinando un valore aggiunto in termini economici, sociali ed occupazionali. Tra i temi affrontati – prosegue la nota diramata dall’entourage del primo cittadino di Reggio Calabria – anche quello della dotazione infrastrutturale e dell’impiantistica sportiva, aspetti complementari alla fase di programmazione per il rilancio del movimento calcistico reggino.
I rappresentanti del gruppo imprenditoriale hanno infine comunicato al sindaco l’imminente avvio della trattativa con la compagine societaria attualmente proprietaria della Urbs Reggina.
Appunto, se son rose fioriranno.
di Salvatore Condemi | 18.4.2018 | 14.23