Lillo Foti: ”Calciopoli? Tutte chiacchiere!”

L’ex Presidente della Reggina Calcio: “Tutte calunnie, illazioni ed esagerazioni”

”Lillo portaci in Europa” abbiamo gridato a squarciagola quando la Reggina faceva tremare squadroni come Milan, Inter, Juve, Napoli, Roma e tutte le altre che hanno dovuto fare i conti con la marea amaranto. Lui, Lillo Foti, presidentissimo e padre padrone della sua creatura dal 1991 al 2015, ha dovuto abbandonare il sogno suo e di tutti i tifosi di Reggio Calabria per fallimento.

Nell’estate 2006 fu coinvolto nello scandalo denominato ”Calciopoli” che i Giudici della Cassazione avevano sentenziato come prescritto già 3 anni fa. A margine di questa vicenda, il Presidente ha parlato ai microfoni di Sportitalia concedendo un’intervista a Piero Giannico all’interno del programma ‘Labirinto’.

“Penso si sia tanto millantato. Il calcio riempie tanto la bocca ai protagonisti e a chi tenta di avvicinarsi. Commisi senza dubbio degli errori e di questo ne sono perfettamente cosciente ma ribadisco il millantato, la chiacchiera, le esagerazioni hanno contribuito a rendere Calciopoli al di sopra di quello che realmente era. Le faccio un esempio: la famosa chiave tolta dallo spogliatoio degli arbitri a Reggio Calabria era solo uno scherzo. Tant’é vero che la chiave tolta è stata rimessa nel breve volgere di soli 30 secondi. Purtroppo, però, la comunicazione ai giornali ha fatto diventare quella porta dello spogliatoio del Granillo qualcosa di più grande di quello che realmente era. Chiaramente ciò che è accaduto non era consentito ma in passato c’era più possibilità da parte dei dirigenti di potersi rivolegere agli arbitrati direttamente. E in quel momento storico ci sono state delle esagerazioni. […] La Reggina non ha fatto mai un’operazione con la Juve in 10 anni perché produceva giocatori in casa. Non c’era questo rapporto di sudditanza, c’era un rapporto di stima e credibilità attraverso il lavoro. Qualcuno ha voluto coinvolgere anche la Reggina. Tutto nasce da qualche telefonata intercettata. Poi sul campo la Reggina, nel momento in cui ha avuto la penalizzazione, ha dato prova attraverso il campo stesso di essere più forte di tutto [….] Dal punto di vista personale mi sono sempre comportato con grande linearità, guardando tutti in faccia e camminando a testa alta. La Reggina si è seduta a tutti i tavoli con grande rispetto nei confronti degli altri. Rispetto riconosciuto pubblicamente all’indomani dello spareggio con il Verona e quindi con la retrocessione in B. Le risposte le ha sempre date il campo […] Tante pagine particolari, si è voluto andare oltre quello che era necessario. Gli errori nella vita si commettono soprattutto per chi si sa assumere le proprie responsabilità. […] Che rapporto avevo con i potenti del calcio italiano ed internazionale? Sono uscito dal calcio da un paio d’anni e non ho difficoltà a ribadire quello che ho pensato dal primo momento. Dico grazie al sistema-calcio, perchè mi ha permesso tutta una serie di confronti di grande qualità. Ho dato tutto il meglio di me stesso. Ho commesso degli errori, mi sono preso le mie responsabilità con decisioni tutte in prima persona. Avevo la gestione diretta della mia società. Conoscevo non solo i calciatori della prima squadra ma conoscevo tutti i 250-300 ragazzi che vivevano all’interno del Sant’Agata. Dove si svolgeva un’attività a tempo pieno”.

Fonte: SPORTAL.IT | 14-03-2018 16:50