”Senza sponsor non alleni in Italia!”
Il nome di Marco Regini ci dice poco o niente. Sappiamo sia cittadino sanmarinese e sappiamo abbia fatto dapprima l’assistente tecnico in Svizzera, poi l’allenatore con alterne fortune nell’Est Europa e in Africa. Niente di importante, sia chiaro, per la serie ”che s’addafà pe’ campà”. Da qualche giorno siede stabilmente sulla panchina dell’Ulaanbataar, squadra mongola quasi del tutto sconosciuta così come sarebbe stato semisconosciuto il buon Marco Regini se non avesse rilasciato un’intervista a gianlucadimarzio.com. Sentitelo: ”Venni richiesto anche da due squadre di Serie C ma al momento di firmare mi chiesero di portare uno sponsor. Ci rimasi male e me ne andai. Purtroppo è colpa di queste situazioni se il livello di campionati come la Serie C si è abbassato drasticamente: ci sono allenatori mediocri che allenano solo perché portano lo sponsor e a causa di ciò, per forza di cose, la qualità ne risente”.
Il Tecnico della squadra mongola non ha detto chissà quale castroneria: il mondo del calcio vive di entrate pubblicitarie, di diritti televisivi, di entrate varie tra cui i grandi e piccoli sponsor. In special modo le società più titolate, quelle – per inciso – che appartengono alla élite della Serie A e della Serie B. Le altre, soprattutto quelle di Serie C – per non parlare di quelle piccolissime società di quarta serie – devono ”barcamenarsi” e accontentarsi di briciole o del niente. Ecco perché poi ci sono tanti giocatori italiani costretti ad emigrare a Malta, in Scozia oppure in Albania. Lo stesso discorso vale ovviamente per gli allenatori come Regini che in mancanza di grosse e grasse sponsorizzazioni devono espatriare fino in Asia per ”sbarcare il lunario”. La domanda che ci facciamo è questa: chissà quali saranno le due società che hanno richiesto l’allenatore? Ed un’altra incombe: tutti i tecnici apportatori di ”cash” nelle casse societarie sono praticamente inamovibili?