Reggina: dal paradiso all’inferno in soli 16 minuti

 

Quella di De Francesco e compagni è stata una vittoria gettata alle ortiche e, parimenti, quella di Tsonev e compagni è stata meritatamente acciuffata per i capelli. Partita dai due volti, quindi, per la formazione amaranto che non ha portato a casa neppure un punto pur riuscendo a colpire per ben due volte nel corso del primo tempo. Una gara strana, abulica e piena di falli dove la maggiore esperienza e la migliore tecnica dei calciatori in maglia giallorossa ha fatto la differenza.

E pensare che il match si era messo nel migliore dei modi per i ragazzi di Mister Maurizi che al 14’ erano andati in vantaggio con Bianchimano che s’incuneava alla perfezione sul cross di Marino, deviando da manuale il pallone e rendendo vano il tuffo del portiere leccese. Ebbene sì: Reggina in vantaggio. Al 22’ la squadra amaranto potrebbe raddoppiare: Riccardi sbaglia l’appoggio al proprio portiere e prova ad approfittarne Bianchimano che fa un tocco di più e perde l‘attimo per battere l’estremo difensore avversario. Passano tre minuti e la Reggina raddoppia: De Francesco riconquista palla sulla tre quarti e porge a Mezzavilla che di prima intenzione innesca Bianchimano il quale batte per la seconda volta Perucchini con un sinistro spettacolare.

Il doppio vantaggio avrebbe potuto schiantare un toro ma non la capolista che riorganizza le fila ed al 27’ dimezza lo svantaggio con Torromino a conclusione di una strepitosa giocata dell’attaccante Di Piazza che porge al numero 7 il quale salta come birilli prima Porcino e poi Di Filippo e lascia partire un destro che non lascia scampo a Cucchietti. Tre giri di lancette ed il Lecce perviene al pareggio: è Tsonev che tenta il tiro con Cucchietti che respinge mandando la sfera sui piedi di Ciancio il quale si coordina e trova l’incrocio dei pali. Il Lecce spinge alla ricerca del terzo gol. Prima Di Piazza, poi Mancosu e per finire Ciancio precedono la rete di Tonev su calcio di punizione che s’insacca alle spalle del portiere amaranto proteso vanamente in tuffo. C’è comunque da sottolineare che il portierino è stato battuto sul proprio palo e dalla sistemazione abbastanza ingenua della barriera: il pallone è infatti passato tra Bianchimano ed un avversario (che si è opportunamente abbassato) senza che nessun altro amaranto si fosse frapposto a protezione del corridioio. Al 43’: Lecce – Reggina 3 a 2 con il completamento della ‘’remuntada’’ della capolista.

Finisce qui il primo tempo con la Reggina che è passata dall’esaltazione allo svilimento nel giro di soltanto sedici minuti. E’ vero che di fronte la Reggina non aveva certamente il Roccapriora (con tutto il rispetto degli abitanti della cittadina immersa nell’incantevole zona chiamata Colli Albani) ma una squadra che quasi sicuramente vincerà il campionato ma è pur vero che dovrebbe far riflettere come e con quale facilità la squadra avversaria abbia imperversato.

Nel corso della ripresa la Reggina cerca di costruire e fa tanto possesso palla senza però portare pericoli dalle parti di Perucchini se non in un’occasione e precisamente all’82’ allorquando il solito Bianchimano, dopo aver rubato palla a Cosenza, non riesce a coordinarsi per un tiro perfetto. Il Lecce, dal canto suo, riparte in contropiede ma non riesce ad incidere neppure quando, al 65’, Mezzavilla – già ammonito – ferma Di Piazza con un intervento da tergo e viene espulso per doppia ammonizione.

Buona la prova di De Francesco, ottima quella di Bianchimano che ha lottato come un leone contro gli arcigni difensori leccesi. Così così Mezzavilla, inconsistente Porcino, bravi quella difesa e un onore al merito per Fortunato subentrato nella ripresa. Da rivedere la posizione di Di Livio che, entrato a metà ripresa, non è riuscito a prendere per mano la squadra limitandosi, anzi, a svolgere il proprio compitino.

Siamo comunque del parere che la Reggina avrebbe dovuto osare molto di più chiudendo la partita subito dopo il secondo gol di Bianchimano. Purtroppo ha aspettato l’avversario subendone il veemente ritorno. Maurizi dovrà lavorare moltissimo sotto l’aspetto comportamentale e del carattere.