Tanto tuonò che piovve. Reggina battuta dal Siracusa
<<Quello di Caserta é stato un impegno molto probante dal punto di vista fisico. Io sono molto preoccupato a differenza di altre volte, perché a sensazione vedo che la squadra non ha recuperato a livello psico-fisico la trasferta di Caserta. Dobbiamo fare una grossa prova caratteriale, le gare ravvicinate “rompono” le scatole>>. Questo diceva Agenore Maurizi in vista della sfida del Granillo tra Reggina e Siracusa. L’unico antidoto è quindi il turnover che il tecnico amaranto mette subito in atto: fuori Mezavilla e Marino, dentro Solerio e Garufi con Gatti al posto di Laezza squalificato. Maurizi non si fida del Siracusa versione da viaggio e ne ha ben donde perché gli aretusei fuori casa sono la migliore squadra sia per punti raccolti che per numero di reti fatte. Sono infatti quattro i successi esterni, una sola sconfitta (contro la corazzata Trapani) e un pareggio a Monopoli con nove reti fatte e appena tre reti al passivo. Insomma sono ben tredici i punti conquistati dai siciliani fuori casa. Questi numeri preoccupano l’uomo di sport navigato che sa come vanno queste cose.
La Reggina si presenta con un’inusuale 3-4-3 conche Porcino e Tulissi sulle fasce e De Francesco e Di Livio a tre quarti campo. Ne consegue che il Siracusa, disposto secondo un insolito 3-5-2, non ha alcuna difficoltà a controllare e ripartire. Gli amaranto, nel corso dei primi minuti giocano palla a terra mettendo in difficoltà la difesa aretusea senza però impensierire il portiere Tomei. Poi il nulla.
Al 23′ la svolta: Catania sulla sinistra ne salta tre e mette in mezzo dove lisciano un po’ tutti meno che Bernardo il quale, con una mezza volée insacca alle spalle di Cucchietti per il vantaggio azzurro.
Al 30′ arriva il colpo di grazia: Mangiacasale, un vero furetto capace di cose strabilianti, se ne va sulla destra e lancia nella prateria amaranto un certo Liotti che non ha alcuna difficoltà a battere il portiere Cucchietti per lo 0 a 2 col quale si chiude la prima frazione di gioco.
Secondo il nostro modestissimo parere la squadra è disposta male in campo. Ci è parso infatti che il solo Bianchimano al centro dell’attacco non riesca a svolgere le funzioni di ariete con Tulissi, da una parte, e Porcino, dall’altra, che non entrano in area. I cross che arrivano quindi vanno in direzione della ”terra di nessuno”.
Nel corso del secondo tempo, la forza della disperazione impone al tecnico amaranto di togliere dal campo Di Livio e Garufi ed inserire Sparacello e Mezavilla per dare maggiore peso all’attacco. Da questo momento la Reggina giocherà secondo un 4-2-4 con i nuovi entrati che si piazzano negli ultimi 16 metri con Tulissi a sostegno. Bianco risponde trasformando il suo Siracusa in una sorta di 5-4-1.
Al 60′ vibranti proteste degli amaranto per un presunto fallo di mano in area di Turati nel tentativo di anticipare il colpo di testa di Bianchimano. La Reggina non crea, non sfonda, non produce e non tira in porta gazie anche alla disposizione del Siracusa che blocca ogni iniziativa.
Al 64′ occasionissima Reggina. Calcio di punizione battuto da Bianchimano, il portiere dice no con il pallone che giunge sui piedi di Porcino il cui tiro viene murato da Catania strozzado in gola l’urlo liberatorio dei 1558 infreddoliti (ed annoiati) paganti del Granillo.
Poi una girandola di sostituzioni sia da una parte che dall’altra che non porta a nulla almeno per la compagine di casa. E’ invece il Siracusa a cogliere un palo sui titoli di coda con Mazzocchi entrato un minuto prima al posto di Bernardo, per altro ex centravanti del Messina.
Cosa aggiungere d’altro? Al massimo, per scomodare il poeta, potremmo dire ”tanto tuonò che piovve” con Maurizi che a Caserta aveva indubbiamente visto un cedimento sia fisico che mentale dei propri ragazzi altrimenti non avrebbe messo le mani avanti. E poi c’è la cabala: anche col Cosenza la Reggina ha perso in casa nell’impegno infrasettimanale. Vuoi vedere che giocare a metà settimana porta male a Maurizi?
(Ph. www.regginaunicoamore.com)