Calcio – Messina, parlano i giocatori: “Presi in giro come i tifosi …”
Pubblichiamo integralmente la lettera aperta alla città inoltrata alla stampa dai calciatori del Messina, dopo la mancata iscrizione in serie C:
“Adesso è ufficiale, dopo mesi di agonia l’Acr Messina dichiara il fallimento, ma è inutile nascondersi dietro le numerose dichiarazioni di questi personaggi che non meritano nemmeno di essere nominati, qui si parla di un gruppo di 30 ragazzi, annesse famiglie e migliaia di tifosi che hanno lottato e salvato il Messina sul campo, all’ultima giornata. Questi ultimi non hanno MAI fatto mancare il loro supporto sia in trasferta che in casa, per questo ad essere stati presi in giro non siamo soltanto noi giocatori ma un’intera città con un glorioso passato calcistico alle spalle. Ora può sembrare facile sputare tutta la verità ma è giusto che certe cose vengano dette per tutelare tutti i giocatori, le loro famiglie e i vari dipendenti della società.
Da sette mesi non viene pagato alcun stipendio, addirittura ci viene chiesto di rinunciare a diverse mensilità per andare incontro alle esigenze della società, richiesta alla quale i giocatori accettano senza battere ciglio pur di salvare l’Acr Messina, i campi di allenamento e le strutture sono inesistenti, spesso ci trovavamo a doverci spostare con le nostre auto per raggiungere altri campi, la maggior parte delle volte in strutture inadeguate per dimensioni e capienza degli spogliatoi. Il glorioso stadio “Celeste” tanto amato dai tifosi è stato completamente abbandonato e numerose partite sono state preparate proprio su quel terreno, scosceso è inadatto al gioco del Calcio.
Il materiale tecnico spesso non bastava per tutti, i magazzinieri dovevano fare i salti mortali per permetterci, soprattutto in inverno, di essere vestiti in modo adeguato, anch’essi senza percepire alcuna mensilità. Tutto questo sembra incredibile ma con il raggiungimento della tanto sperata e sudata salvezza, ci era stato promesso che tutti i problemi economici sarebbero stati risolti ma evidentemente non è stato così. Oggi ci troviamo con numerose famiglie con bambini che tirano avanti da mesi con risorse limitate. È troppo facile battersi il pugno sul petto sotto la curva dopo le vittorie, fare promesse al gruppo e appena se ne ha la possibilità rescindere e firmare da un’altra parte senza dire una parola a coloro che probabilmente hanno permesso tutto questo.
Ora la domanda sorge spontanea, è possibile che certe persone possano continuare a fare Calcio? Nonostante ci abbiano lasciati da soli, non abbiamo mai mollato un centimetro, dimostrando maturità e professionalità che è quello che manca a queste persone. Un grazie può sembrare riduttivo ma la semplicità a volte è la cosa migliore. Aggiungiamo che vogliamo incontrare Gravina che come rappresentante della Lega: deve spiegazioni a noi e no ai vari giornali e programmi sportivi, in quanto ha fatto da garante per Proto e quindi si deve assumere le responsabilità che si è preso.