Presidente Praticò: “nuovi soci? Solo pettegolezzi creati ad arte”
Diversi organi d’informazione, radiofonici, della carta stampata e del web, hanno riportato in questi giorni voci riguardanti il presunto ingresso di nuovi soci nella Reggina 1914.In seguito a tali affermazioni, intervengo a titolo personale, ma nella qualità di Presidente, per chiarire che nessuna proposta è stata formalmente avanzata al sottoscritto, che ad oggi ha la massima responsabilità della Reggina.
Qualcuno ha parlato di cinesi, altri hanno fatto girare diversi nomi, ma di concreto non c’era e non c’è nulla. Anzi, a mio avviso, si tratta solo di “pettegolezzi” fatti circolare ad arte, che a quanto mi risulta non hanno fondamento nella realtà. Ribadisco, in merito, quanto da me più volte affermato, fin dallo scorso mese di giugno: se qualcuno è interessato a rilevare la Reggina, ben venga. Si faccia avanti con capitali concreti per acquisire le quote e per pagare i costi vivi sostenuti per l’avviamento della società dall’agosto 2015 alla data attuale, ma anche per dare continuità a un progetto sportivo che con immani sacrifici personali abbiamo costruito. Occorre presentare le dovute garanzie in quanto gli uomini passano, Mimmo Praticò compreso, ma i colori amaranto restano. E vanno affidati a mani sicure di persone di specchiata moralità, alti valori etici, che rispettino gli impegni assunti e che siano animati da amore viscerale per la maglia.
Tanto precisato, mi preme però evidenziare che queste voci prive di fondamento potrebbero avere ancora una volta l’obiettivo di destabilizzare l’ambiente. E’ chiaro che c’è qualcuno che si presenta “abusivamente” per conto della Reggina 1914 che forse mira a rompere il giocattolo, com’è successo nel luglio 2015, quando solo la passione e la “lucida follia sportiva” di uno sparuto gruppo di persone, guidato da me, ha salvato il calcio a Reggio Calabria. Personalmente ho fatto tutto quello che potevo e anche di più, ho la coscienza a posto verso la Città e verso i Colori che amo, e se devo rimproverarmi qualcosa, lo devo fare esclusivamente nei confronti della mia famiglia e della mia azienda, che ho trascurato ed esposto sull’altare della Reggina.
Non ne sono pentito, ma non consentirò più a nessuno di mettere in atto simili “giochetti” che possono mettere in dubbio l’iter che con grandi sforzi questa società sta portando avanti. Reggio Calabria non lo merita. Non lo merita la tifoseria e non lo merita neppure questa squadra, fatta di ragazzi meravigliosi e guidati da un allenatore serio e preparato, sotto la supervisione di un Direttore Generale di altissimo livello, che ci stanno dando soddisfazioni e che vanno tutelati da quei fattori esterni che potrebbero condizionare in negativo l’ambiente.
A loro dobbiamo garantire serenità, tranquillità a 360 gradi, benessere e un futuro stabile. Io andrò avanti testardamente, con l’onestà che mi riconosco, a testa alta. Il “campionato” della mia vita è questo e, senza voler risultare né presuntuoso né arrogante, credo di aver già vinto da tempo il mio personale scudetto: cioè potermi guardare ogni giorno allo specchio, negli occhi, fiero di quello che ho fatto come uomo, come padre, come imprenditore, come cittadino e come tifoso amaranto.
(Comunicato Reggina 1914)